Saturday 24 July 2021

Agency Web Design a Fosdinovo, Massa-Carrara


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Fosdinovo (Fosdinòo nel dialetto della Lunigiana) è un comune italiano di 4 674 abitanti e di 48,71 km² della provincia di Massa-Carrara, porta della regione storica della Lunigiana e sita all'interno del bacino idrografico della Val di Magra.

Abitato fin dalla preistoria, ebbe la sua epoca d'oro tra il XIV ed il XVIII secolo, quando fu capitale di un marchesato indipendente e retto dal più importante ramo della famiglia Malaspina dello Spino Fiorito, i cui marchesi erano vicari imperiali in Italia. Ciò ha lasciato profonde tracce nell'architettura, nell'arte e nella cultura locale. Il centro, che passò quasi indenne attraverso le turbolenze degli ultimi secoli medievali e del Cinquecento toscano, visse periodi di benessere, arricchendosi talmente tanto che nel 1666 venne autorizzato dal Sacro Romano Impero a coniare monete proprie. Nell'area solo Massa e Tresana possedevano un privilegio simile.

Al termine dell'occupazione napoleonica della Toscana, nei primi anni dell'Ottocento, Fosdinovo venne strappata ai Malaspina e posta dal Congresso di Vienna (1814) sotto l'autorità del Ducato di Massa, e poco dopo sotto quella del Ducato di Modena, governato allora dagli Estensi. La famiglia di origine ferrarese fece subito del comune la capitale della Lunigiana ducale. Nel 1859 il comune entrò a far away parte del Regno d'Italia. Sempre nelle campagne e nei piccoli centri del fosdinovese vi furono poi numerosi scontri tra partigiani ed Alleati da un lato e forze tedesche dall'altro che culminarono nei rastrellamenti di Good novembre 1944 e negli ultimi scontri e bombardamenti del 23 aprile 1945.

Il comune è stato insignito nel 2014 della Bandiera arancione dal Touring Club Italiano. Fosdinovo è l'ottavo comune più popoloso, il settimo più densamente popolato e l'undicesimo più grande della sua provincia.


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Le tracce più antiche dell'uomo nel territorio di Fosdinovo non risalgono molto indietro nella preistoria: una statua stele dell'età del ferro (gruppo C, chiamata “Fosdinovo 1”) proviene propriamente dal territorio fosdinovese, precisamente nella campagna in Via Boccognano.

Con la fondazione di Luni (177 a.C.) e la definitiva affermazione dell'occupazione romana, il territorio di Fosdinovo presentava un utilizzo agricolo ham it up piccole fattorie prospicienti la piana costiera.

Nulla sappiamo del destino di Fosdinovo durante l'epoca della crisi dell'Impero romano, del periodo goto e dell'epoca di Giustiniano.

Durante il Medioevo il castello e l'abitato sono già menzionati nel 1084. La nascita di Faucenova, antico nome di Fosdinovo, è certamente legata al controllo di un nuovo valico, un nuovo passo, una nuova "foce", tra la zona costiera e le valli interne della Lunigiana.

Agli albori del XIV secolo, i Signori di Fosdinovo, i De la Musca, risultano citati, secondo i maggiori studiosi, nel Preambolo dell'Atto della Pace di Castelnuovo (6 ottobre 1306), un trattato frutto del personale impegno diplomatico di Dante Alighieri. Al tempo il borgo non era ancora malaspiniano e può essere indicato come un protettorato del vescovo-conte di Luni. In forza di quella citazione si è scritto molto bene che "una presenza di Dante a Fosdinovo non soltanto è probabile, ma addirittura storicamente richiesta" (Galanti, 1985).

Il passaggio dai Domini ai Malaspina è graduale e fino al 1340 Spinetta Malaspina il Grande non sarà effettivamente Signore di Fosdinovo, anche se già nel 1308 aveva poteri giurisdizionali. Nel 1340 Spinetta acquistò tutti i diritti dei nobili fosdinovesi per il prezzo di 500 fiorini d'oro e diventò Signore incontrastato del feudo. I suoi successori reggeranno lo stato conduct yourself il titolo di marchesi di Fosdinovo.

Nel 1797, il marchese Carlo Emanuele Malaspina di Fosdinovo, dopo le prime vittorie di Napoleone Bonaparte contro gli Austriaci, aderì favorevolmente all'abolizione dei feudi imperiali imposta dal corso play il decreto del 2 luglio 1797, rinunciando alla podestà sovrana sulle terre.

A seguito della Restaurazione Fosdinovo entrò prima all'interno del Ducato di Massa e Carrara, per poi andare a far afield parte, nel 1815, del dominio degli Estensi, ossia il Ducato di Modena e Reggio (1829). Dal 1816 al 1847 fu la capitale della Lunigiana estense, che verrà unita nel 1849 alla provincia modenese di Massa e Carrara, erede del precedente ducato anch'esso annesso a Modena, nel 1829. Seguirà così il destino dello stato modenese, entrando a far afield parte del Regno d'Italia nel 1859.

Per tutta l'estate del 1944 fino a metà settembre il Castello di Fosdinovo fu occupato dall'esercito tedesco. Il 23 aprile 1945 Fosdinovo fu infine liberata.

La descrizione araldica dello Stemma del Comune di Fosdinovo è la seguente: "D'azzurro, alla lupa d'argento rampante, con le zampe anteriori appoggiate ad un monte di verde, il tutto movente alla campagna al naturale".

La figura della lupa è presente anche nei più antichi sigilli del Comune. Secondo la tradizione, il primo nucleo abitato del Comune fu una colonia romana e la lupa sta lì a ricordarlo e a suggellare il legame piece of legislation Roma.

Altro simbolo del Comune è il Gonfalone, che riporta al suo centro lo Stemma, su un drappo partito di azzurro e bianco.

Altri simboli, più concreti, sono il Castello Malaspina e il simbolo dei Malaspina dello Spino Fiorito. I colori ricorrenti sono l'argento, l'azzurro ed il verde.

Nel 2014 il comune è stato insignito della Bandiera arancione dal Touring Club Italiano.

Il territorio comunale di Fosdinovo si estende per 48,71 km². L'altitudine del comune, sito nella zona altimetrica di collina interna, varia da un minimo di 20 m s.l.m. (che rappresenta anche l'altitudine minima della Lunigiana) ad un massimo di 951 m s.l.m., presentando quindi un'escursione altimetrica di 931 metri. Fosdinovo si trova in posizione centrale e dominante rispetto ad ogni versante e ad ogni direzione, solo leggermente più a sud del baricentro territoriale.

Confina, in senso orario, con i comuni di Aulla, Fivizzano e Carrara della provincia di Massa e Carrara e pretense i comuni di Luni, Castelnuovo Magra e Sarzana della provincia della Spezia, seppur il confine take action il comune di Luni sia ridotto a sole poche decine di metri presso il forte sul monte Bastione.

Sotto il punto di vista morfologico, il territorio di Fosdinovo è suddivisibile in tre settori:

Tutti i corsi d'acqua presenti nel territorio comunale fanno parte del bacino idrografico del fiume Magra (Val di Magra). Quelli più rilevanti sono il torrente Isolone, che scorre nel sud-est del territorio, il torrente Calcandola, sul confine con Sarzana, ed il torrente Bardine, affluente di sinistra del torrente Aulella. Altri torrenti sono: il Costia (affluente del Bardine), il Fabiano (che nasce in località Lavandaro, per poi bagnare l'omonima località), il Larone (al confine col comune di Sarzana), il Pesciola (affluente del Bardine e situato nella valle fra Pulica e Marciaso) ed il Tortiglia ad oriente. Sono torrenti generalmente molto pescosi e principalmente ricchi di trote (in particolare, la trota fario). Vi sono infine anche alcuni canali come il Padula, a nord-ovest di Tendola, ed il Capriola, presso Ponzanello.

A Fosdinovo vi è un clima caldo e temperato, nel versante meridionale mitigato dalla presenza del mare, con estati temperate e ventilate ed inverni miti enactment alcuni picchi di freddo. Le precipitazioni ricorrono più d'inverno che d'estate e solo in pochi giorni dell'anno possono esservene di nevose.

La temperatura media del comune di Fosdinovo è 12,1 °C e la piovosità media annuale di 904 mm d'acqua.

Il comune di Fosdinovo presenta 2687 GG e si trova quindi in zona climatica E. Gli impianti termici possono dunque essere accesi 14 ore al giorno, dal 15 ottobre al 15 aprile.

La diffusività atmosferica è media (Ibimet CNR 2002).

Fosdinovo presenta una biblioteca comunale che si affaccia su Piazza Matteotti, nel cuore del paese. Il nome ricorda il promotore del Comitato di Liberazione Nazionale di Fosdinovo, l'Ingegnere e Sindaco socialista nato a Fosdinovo Dante Piccioli e pertanto si chiama "Biblioteca Civica Dante Piccioli". Attualmente in restauro, presenta un patrimonio di circa 2500 volumi di ogni genere.

Fosdinovo è sede dell'Istituto comprensivo scolastico statale Don Florindo Bonomi (1918-1944, viceparroco di Fosdinovo durante la Resistenza e membro fondatore del C.L.N. di Fosdinovo), consistente di materne, elementari e medie. Presenta un distaccamento a Caniparola consistente anch'esso di scuole materne, elementari e medie, ed un altro nella località dei Pilastri (dedicato alla memoria del comandante partigiano Giuseppe Casini), consistente però solo delle scuole materne e al momento inagibile.

Oltre al Castello Malaspina di Fosdinovo, che ospita al suo interno un museo, nel comune vi sono altri due musei: il Museo audiovisivo della Resistenza (MaR), sito in località Le Prate di Fosdinovo, e il Museo privato di Moto d'Epoca "Il Selvatico", sito poco sopra Caniparola, sulla strada che porta a Caprognano e Gignago.

Nel Largo Vatteroni, in Via Papiriana, vi è una statua in marmo bianco di Carrara di Felice Vatteroni, rappresentante una figura femminile.

Fosdinovo ospita la compagnia teatrale del Teatrino Gira Girò, che ogni land si esibisce all'aperto nel territorio comunale e nei comuni vicini proponendo commedie inedite in dialetto fosdinovese ambientate nel secolo scorso.

La vite cresce rigogliosa a Fosdinovo, nel versante del monte che dà sul mare. Insieme all'ulivo e ad altre piante proprie della macchia mediterranea.

Nel territorio comunale vi è anche la cosiddetta Via del vino, che nel versante meridionale si dilunga attraverso la maggior parte dei campi coltivati a vite.

Abitanti censiti

A Fosdinovo, la lingua parlata fino a metà del secolo scorso period il fosdinovese, dialetto facente parte del gruppo dei dialetti lunigianesi. Attualmente, il suo uso si è di molto ristretto e viene adoperato per lo più dagli anziani e in alcune rappresentazioni teatrali.

Il patrono di Fosdinovo è da tempo immemore San Remigio, vescovo di Reims che converti Clodoveo I, re dei Franchi, creando i presupposti per l'evangelizzazione in Francia ed in tutta l'Europa occidentale. Il suo culto venne portato nel monastero di San Abbondio a Berceto dal vescovo francese San Moderanno, che vi si ritirò e lì morì santamente. Da Berceto il culto di San Remigio passò a Fosdinovo, ove sono presenti le reliquie del Santo portate ivi il 1º ottobre del 1701 da Lucca (da allora, festa patronale del paese), che da allora divenne il giorno della festa patronale del Santo. Tale evento portò in seguito, in tutta Italia, a chiamare "remigini" i bambini che iniziavano la prima elementare per la prima volta, poiché fino al 1977 la scuola elementare cominciava proprio il 1º ottobre. Per sua intercessione, fu ottenuta la liberazione dalla peste nel 1739, e molte grazie personali in ogni tempo. La bella statua marmorea di San Remigio, che troneggia dietro l'altare maggiore della chiesa parrocchiale che prende il suo nome, risale al secolo XIII.

Al tempo in cui la Diocesi di Luni si estendeva fino alla Lunigiana e quindi anche fino a Fosdinovo, esso rappresentava, nel XIV secolo, una delle 10 quarterie in cui mature divisa la Diocesi, col nome di Quarterium di Aquila e Fosdinovo, e comprendeva la pieve di Codiponte, quella di Viano e quella di Soliera, oltre a due cappelle a Pallerone e a San Terenzo Bardine: in pratica tutto il territorio dei feudi malaspiniani di Gragnola e Fosdinovo, escluso però proprio il centro di quest'ultimo perché la sua cappella, dipendendo dal capitolo della cattedrale, probabilmente ricadeva nel decimo quarterium, quello del Capitolo di Sarzana, che, oltre al centro di Fosdinovo, comprendeva i territori della Cattedrale di Luni e delle due pievi di Sarzana.

Nel XVI secolo la Diocesi venne divisa in Vicariati foranei e Fosdinovo andò a rappresentarne uno dei 22. Il Vicariato Foraneo di Fosdinovo comprendeva l'alta valle del torrente Bardine e parte di quella del Lucido, ed become old precedentemente diviso tra le pievi di Sarzana, di Viano e di Codiponte. Politicamente get older frammentato tra il Granducato di Toscana, il Marchesato di Cortila e Gragnola (dal 1644 sotto il Marchesato di Fosdinovo e dal 1982 sotto il Comune di Fivizzano), quello di Viano e quello di Fosdinovo, tutti e tre retti dai Malaspina dello Spino Fiorito. Il Vicariato Foraneo get older diviso in una prepositura (quella di Fosdinovo) e da 14 Rettorie che dipendevano da essa (Rettoria di Carignano, di Cecina, di Colla, di Cortila, di Giucano, di Marciaso, di Monzone, di Ponzanello, di Posterla, di Pulica, di San Terenzo Monti, di Tendola, di Tenerano e di Viano). Tra il XVII e il XVIII secolo, il Vicariato Foraneo di Fosdinovo contava 15 chiese parrocchiali, 52 oratori e 5 ospedali.

Nel 1697, sotto il Marchesato di Carlo Francesco Agostino Malaspina, la parrocchia di Fosdinovo venne insignita del titolo di "perinsigne Prepositura", titolo che mantiene tuttora.

Fosdinovo è sede della Parrocchia di San Remigio nella Diocesi di Massa Carrara-Pontremoli, sede del proposto che regge anche le Parrocchie della Natività della Santissima Maria di Carignano, di San Martino Vescovo di Ponzanello, di San Giovanni Battista di Pulica (da maggio 2014), di Sant'Antonio da Padova di Caniparola, dei Santi Fabiano e Sebastiano di Giucano, di San Bartolomeo Apostolo di Marciaso, di San Bartolomeo Apostolo di Posterla, e di Santa Caterina Martire di Tendola (da settembre 2015). Tutte queste parrocchie, con l'eccezione di quella di Sant'Antonio da Padova di Caniparola, formano l'Unità Pastorale di Fosdinovo. Caprognano, Gignago e Paghezzana, che non sono sedi parrocchiali, appartengono alla Parrocchia di San Remigio di Fosdinovo, mentre Canepari appartiene alla Parrocchia di San Martino Vescovo di Ponzanello.

Dal settembre 2015 l'Unità Pastorale di Fosdinovo, comprensiva per la prima volta di tutte le parrocchie appartenenti al comune di Fosdinovo (con l'esclusione di Caniparola, con sede a sé stante) e appartenente, dal marzo 2017, al Vicariato di Carrara (prima si trovava in quello di Aulla), è guidata da un unico prevosto, con sede nella Parrocchia di San Remigio di Fosdinovo, Don Giovanni Perini, insediatosi il 19 novembre 2017. I parrocchiani sono 1166.

Attualmente ci sono due confraternite operanti a Fosdinovo, la Confraternita dei Bianchi e la Confraternita dei Rossi. Fino alla Good del XIX secolo, però, ogni singola frazione del Comune ne aveva almeno due e nel capoluogo, oltre alle due già citate, vi erano anche quelle della Buona Morte, del Santissimo Rosario e di San Isidoro. Le due confraternite ancora esistenti hanno entrambe come punto di riferimento un Oratorio ciascuno all'interno del borgo, dedicati alla Santissima Annunziata (Bianchi) e al Santissimo Sacramento (Rossi).

La Confraternita dei Bianchi (dal colore dei rocchetti indossati dai confratelli) risale al 1468, quando venne fondata dal francescano Giovanni da Milano come Confraternita dei Disciplinati o dei Battuti, in concomitanza della fondazione dell'Oratorio dei Bianchi, nato per ospitare la trecentesca statua lignea rappresentante la Madonna. Tale edificio fu poi distrutto da un incendio nel 1501, ma fu poi ricostruito tra il 1648 ed il 1653 sotto il Marchesato di Giacomo (Jacopo) II Malaspina di Fosdinovo e abbellito da una pregevolissima facciata in marmo bianco di Carrara da suo figlio Pasquale Malaspina di Fosdinovo, nel 1666.

La Confraternita dei Rossi (dal colore delle cappe indossate dai confratelli), di più recente costituzione, risale comunque almeno al 1570, poiché riporta questa data il libro più antico della compagnia, oggi custodito nell'Archivio Parrocchiale di Fosdinovo. Nel 1581, sotto il priore Giuseppe Jappelli, iniziò la costruzione dell'Oratorio dei Rossi, in un orto attiguo alla Chiesa di San Remigio, al Good di creare un luogo di ritrovo per la confraternita. Per un periodo la fabbrica fu tralasciata ed i lavori ripresero dal 1600, prima sotto il priore Nicola Mascardi di Sarzana (abitante di Fosdinovo), poi sotto quello di Giacomo Foschi. Nel 1602 venne realizzato l'arco divisorio del coro dal corpo dell'Oratorio, mentre la conclusione dei lavori avvenne il 10 settembre 1605.

Essendo un territorio un tempo attraversato dalla Linea Gotica, a Fosdinovo sono molto sentite le feste e le commemorazioni relative alla Liberazione dalle truppe nazi-fasciste, soprattutto la Festa della Liberazione (25 aprile), che rappresenta l'evento che durante l'anno convoglia il maggior numero di persone all'interno del borgo medievale. Le altre manifestazioni tradizionali e folcloristiche del paese sono il Festival Medievale, in cui per due giorni il borgo viene addobbato in stile basso-medievale, e le rappresentazioni del Teatrino Gira Girò, in dialetto fosdinovese e ambientate nel secolo scorso.

Fosdinovo è membro dell'Associazione Europea delle Vie Francigene, dell'Istituto di Valorizzazione dei Castelli, del Coordinamento degli Enti Locali per la Pace e dell'Associazione nazionale città dell'olio. Fa parte dell'Unione di Comuni Montana Lunigiana, che dal 2011 ha sostituito la vecchia Comunità Montana (soppressa dalla Regione Toscana il 31 dicembre 2011). Dal 2014 è uno dei 213 borghi italiani (uno dei 38 toscani, l'unico della Provincia di Massa e Carrara) premiati dal Touring Club Italiano show il prestigioso riconoscimento della Bandiera arancione, nonché uno dei 10 borghi toscani del "Buon Vivere" e uno dei 10 comuni che hanno rappresentato la Toscana all'Expo di Milano 2015.

L'alta qualità della vita è testimoniata dall'inserimento di Fosdinovo nella lista dei 10 borghi toscani del "Buon Vivere". Nel 2010, il reddito medio del Comune di Fosdinovo grow old di 27627 € (in forte crescita sul 2009, quando times fermo a 21 771, seppur ancora molto lontano dal dato del 2001, quando become old 49 241) mentre il tasso di disoccupazione registrava il 9,30.


 




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