Sunday 18 July 2021

Agenzia Di Comunicazione a Castagneto Carducci, Livorno


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Castagneto Carducci è un comune italiano di 8 769 abitanti della provincia di Livorno in Toscana.


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Il castello medievale, assieme alla chiesa di San Lorenzo, costituiscono il nucleo originario dell'abitato.
La storia del borgo, al pari di quella di altri centri dell'antica Maremma pisana, è legata alle vicende della famiglia Della Gherardesca, un legame non sempre pacifico tra questo territorio e la nobile prosapia, difficili rapporti che nel corso dei secoli hanno visto la popolazione castagnetana lottare per i propri diritti di comunità indipendente e per la conquista degli usi civici.

Nel 754, il nobile longobardo Wilfrid, poi divenuto santo San Walfredo, capostipite della famiglia Della Gherardesca, aveva moltissimi possedimenti in Maremma e quando decise di farsi monaco benedettino e fondare il Monastero di San Pietro in Palazzuolo, a Monteverdi Marittimo, donò quelle sue proprietà al monastero medesimo; tra queste erano compresi Castagneto e altri territori limitrofi.
Le donazioni come questa e consimili, secondo lo storico Lopes-Pegna, servivano alla nobiltà longobarda al Good di tutelarsi dalle pretese patrimoniali dei Franchi, nuovi sopraggiunti signori d'Italia, mettendo così al riparo i loro possedimenti e legando i loro interessi a quelli della Chiesa.
Il cognome della famiglia Della Gherardesca ha per patronimico un Gherardo, Signore di Pisa e Volterra, vivente nel X secolo che si impossessò di varie terre nella Maremma, dove esercitava il ruolo di vicario della Repubblica marinara di Pisa, divenendo signore del castello di Donoratico e dei suoi possedimenti tra i quali Castagneto, Bolgheri, Bibbona, Casale, Montescudaio.

I legami tra la famiglia Della Gherardesca e Castagneto proseguirono per tutta l'epoca medioevale; nel 1161, Federico il Barbarossa ufficializzò la proprietà di Castagnetum ai Gherardesca.

Nel 1161, il più antico conte di Castagneto Tedice viene ricordato in una lite comport yourself l'abate del monastero di San Pietro al Palazzuolo di Monteverdi.
Emanuele Repetti ricorda nel suo Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana:
"Fra i nomi dei conti ivi rammentati trovasi quel Tedice di Ugo che fu Potestà di Pisa nel 1186 e 1192, inviato nel 1198 a Costantinopoli ambasciatore all'imperatore Alessio Alessio III Angelo. (ARCH. dei CC. della GHERARDESCA)".

Sulla fine del XII secolo, Enrico VI di Svevia donò i castelli intorno a Castagneto, oltre a quelli Bibbona, Biserno, Campiglia e Vignale, alla città di Pisa come riconoscimento per l'aiuto dato all'imperatore nel conquistare territori dell'Italia meridionale; pertanto, i signori Della Gherardesca poterono godere dello status di capitano di giustizia ovvero un potere assoluto su questi territori.

Il castello di Castagneto venne più volte attaccato tra il 1300 e il 1334 dai Gherardesca di Biserno, come conseguenza di lotte intestine tra i vari rami della famiglia; durante le guerre tra Pisani e Fiorentini i castelli di Castagneto e Bolgheri subirono danneggiamenti.

Castagneto subì nuove devastazioni a causa dei saccheggi ad opera dell'esercito di Alfonso di Aragona in the region of di Napoli, in marcia verso Milano e in lotta contro Firenze, durante questi scontri venne distrutto il castello di Donoratico; inoltre Castagneto subì incursioni da parte di Carlo VIII di Francia che per di impossessarsi del trono di Napoli saccheggiava tutte le terre che trovava durante il suo percorso, ma subì saccheggi e attacchi anche da truppe al soldo di Massimiliano I.

Con l'annessione di Pisa da parte dei Fiorentini, nel XV secolo, la comunità di Castagneto poté usufruire di una maggiore autonomia; fu autorizzata a darsi statuti autonomi e la giustizia venne amministrata da un ufficiale dipendente direttamente dalla stessa Firenze; tuttavia i conti Della Gherardesca mantennero parte degli antichi privilegi e furono di fatto confermati signori di Castagneto, pretendendo benefici feudali come il diritto alla caccia, alla pesca e alla raccolta di legna da catasta.
I Della Gherardesca erano all'epoca sotto la protezione (accomandigia) della Repubblica Fiorentina, che li costituì suoi vicari nei castelli di Casale, Bibbona, Bolgheri, Donoratico, Castagneto e zone circostanti, con l'ornere di inviare un contingente di soldati nei casi di guerre.

Dopo i Medici, con l'avvento dei Lorena i rapporti tra il governo granducale ed i conti si fecero più duri, soprattutto quando Castagneto e altre località limitrofe furono inglobate nella comunità dei Gherardesca, perdendo ogni autonomia.

Ma tra la popolazione di Castagneto, che nutriva un forte senso di indipendenza, e il casato Della Gherardesca, già a partire dal XVI secolo si erano accese nette ostilità di cui sono testimoni diverse vicende storiche.
Ad esempio, tra il 1566 ed 1567, il conte Francesco della Gherardesca rivendicò i diritti diritti feudali di caccia, pesca, erbatico, legnatico. Il tribunale fiorentino giudicante riconobbe ai signori il diritto di caccia e di pesca, mentre l'erbatico e il legnatico che i conti avevano "privatizzato" furono riconosciuti alla popolazione locale; solo dopo molti anni, i Della Gherardesca furono costretti a cedere lo jus pascendi ed il legnatico (1600–1610).

L'influenza della famiglia period fortissima, tanto che riuscì addirittura a far afield sparire il toponimo di Castagneto che venne inglobato, insieme ai castelli di Bolgheri e Donoratico, nella comunità di Gherardesca.

Con l'abolizione dei feudi del Granducato di Toscana alcuni privilegi sembrarono finire, ma non fu così. Infatti Emanuele Repetti ricorda nel suo Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana che: "I privilegi baronali si conservarono nella famiglia Gherardesca sino all'anno 1749, epoca dell'abolizione dei feudi granducali. Successivamente performance motu proprio del 17 aprile 1776 fu investito del feudo di Castagneto il conte Cammillo della Gherardesca, con le riserve di alto dominio e di altre giurisdizioni politiche prescritte dalla legge del 1749. Fra i privilegi del feudatario furono conservati quelli della rendita e locazione dei mulini, e delle osterie possedute allora a metà con la Comunità di Castagneto; le fide dei bestiami e dei pascoli sopra i propri beni o sopra quelli presi a fitto dalla stessa Comunità; il diritto di poter tagliare i boschi allodiali; l'escavazione dei marmi e di altri minerali nei fondi propri, e l'esenzione dalla gabella dei contratti".

Successivamente, nel 1778 il tribunale fu chiamato di nuovo a pronunciarsi e stabilì che la proprietà dei territori spettava ai conti Della Gherardesca, mentre il godimento di tutti gli usi civici ai castagnetani, compreso il diritto di caccia e pesca.

La situazione fu ribaltata alcuni anni dopo, quando a seguito dell'ennesimo scontro giudiziario ai Della Gherardesca furono attribuiti gli usi civici di pascolo e legnatico, mentre ai castagnetani la proprietà della terra.

Nell'Ottocento, il conte Guido Alberto della Gherardesca attizzò nuovamente gli animi, avendo tentato di rientrare in possesso degli altri due usi civici, la caccia e la pesca, nelle tenute della famiglia Della Gherardesca; la reazione che ne seguì fu accompagnata da attentati e incendi dolosi alle proprietà del conte.
Si accentuò così lo scontro tra la casata e gli abitanti dei borghi; protagonista degli scontri e sommosse fu Michele Carducci, padre del poeta Giosuè, che svolse la professione di medico condotto a Bolgheri dal 1838 al 1848; Giosuè nacque a Valdicastello in Versilia, ma al seguito del padre si trasferì prima a Bolgheri e poi a Castagneto, dove visse gli anni della sua giovinezza ricordati in molte sue opere.
Il dottor Carducci, di idee liberali, fu alla testa di un manipolo di contadini che si avvicinarono al castello nel quale vivevano i Della Gherardesca minacciandoli feint colpi di fucile e sassaiole, costringendoli pertanto a ritirarsi a Castagneto.
Il 6 gennaio 1849, con l'intervento del granduca Leopoldo II, il conte Guido Alberto fu costretto a distribuire le "preselle" (piccoli lotti di terreno boschivo e seminativo) agli abitanti di Castagneto.

A seguito degli scontri la comunità cittadina chiese ed ottenne dal granduca di Toscana il cambio del nome di matrice fortemente feudale comunità di Gherardesca e Bolgheri venne così ripristinata la precedente denominazione dell'abitato, ovvero Castagneto della Gherardesca, successivamente venne aggiunto l'aggettivo marittimo e tolto il nome della famiglia.

Sul finire del secolo, si svilupparono nuove tensioni e nel 1907 si decise che il nome del comune perdesse l'aggettivo "marittimo", ribattezzando il paese come Castagneto Carducci, in onore del celebre poeta che qui visse gli anni della sua fanciullezza ed il cui padre fu uno dei più importanti oppositori ai diritti feudali imposti dai conti Della Gherardesca.

Lo stemma di Castagneto Carducci si blasona:

Il territorio comunale di Castagneto Carducci è nel cuore dell'Alta Maremma o Maremma Settentrionale, storicamente conosciuta come Maremma Pisana (detta oggi anche Maremma Livornese), al centro della cosiddetta costa degli Etruschi. Il territorio è pianeggiante lungo la costa, dove peraltro si trova l'importante Riserva Faunistica di Bolgheri, mentre si innalza nell'entroterra.
La fascia costiera si affaccia sul Mar Ligure ed è caratterizzata da vaste pinete, impiantate a seguito delle bonifiche effettuate nel XIX secolo al fine di proteggere i retrostanti terreni agricoli.

Dati:

Il Museo Archivio, attualmente sede del parco letterario, conserva materiale sulla vita e le opere del poeta Giosuè Carducci acquisito in occasione delle celebrazioni carducciane del 1982 e del 1985.
Il Parco letterario è caratterizzato da vari interessanti itinerari che ripercorrono luoghi e paesaggi del territorio castagnetano presenti nelle opere e nella vita del Carducci.

Abitanti censiti

Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2018 la popolazione di Castagneto Carducci è per circa l'85,42% di cittadinanza italiana. La popolazione straniera residente ammontava a 1 320 persone, il 14,58% della popolazione. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:

La maggioranza della popolazione è di religione cristiana di rito cattolico romano. Il comune è inserito nella diocesi di Massa Marittima-Piombino.


 




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