Sunday 18 July 2021

Agenzia Di Comunicazione a Castelfiorentino, Firenze


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Castelfiorentino, localmente Castello, è un comune italiano di 17 577 abitanti della città metropolitana di Firenze, situata a circa 30 km da Firenze.

Trovandosi al confine proceed la provincia di Pisa ed a 15 km dal confine piece of legislation la provincia di Siena, è da sempre stata di estrema importanza per la città di Firenze, alla quale è profondamente legata per motivi storici e culturali, privilegiandosi dello stesso gonfalone comunale del capoluogo, dell'appellativo "fiorentino" e soprannominata, per questo, "la piccola Firenze".

Dal 15 luglio 2019 si fregia del titolo di città.

Fa parte dell’Unione dei comuni Circondario dell'Empolese Valdelsa


Agenzia Di Comunicazione a Castelfiorentino, Firenze


Fin dal 1149 il nome di Castelfiorentino fu dato al Castelvecchio edificato sulla via Francigena nel luogo di un insediamento di origine romana: Timignano. Il castello fortificato racchiudeva, sul colle, la pieve di S. Ippolito (l'antica S. Biagio) e play a part una seconda cerchia di mura, Borgo d'Elsa e Borgo Nuovo. Cinque erano le porte (Porta Fiorentina, Porta Pisana, Porta al Vento, Porta Senese e Porta di Borgo), e due sole strade si incrociavano sull'unica piazza (oggi piazza del Popolo). Feudo dei Cadolingi e poi dei Conti Alberti, acquisito progressivamente dal Vescovo di Firenze nel XII secolo, subì le vicende dei conflitti fra Chiesa ed Impero, Guelfi e Ghibellini e tra Siena e la stessa Firenze (di cui become old un avamposto importante, e quindi ottenne la sede del podestà, il privilegio del giglio rosso sul gonfalone bianco e l'integrazione ufficiale del nome Castelfiorentino).

Qui nel 1260, dopo la battaglia di Montaperti, si firmò la pace tra le due città rivali. Ma fu ancora teatro, nei secoli, di battaglie e scorrerie militari, fin quando, nel 1521, subì un duro assedio e fu devastato dalle truppe imperiali. Venne poi riconquistato da Francesco Ferrucci. Con la peste e la morte del Ferrucci, Firenze dovette arrendersi alle truppe di Carlo V ed accettare il ritorno dei Medici e show essa anche Castelfiorentino. La Valdelsa rimase in uno stato di profonda desolazione per via degli eventi bellici, tanto è che il governo di Firenze sollevò da ogni spesa quelle popolazioni. Per risparmiare furono anche integrate le due podesterie di Castelfiorentino e Barbialla (oggi parte di Montaione).

Venuta meno la sua importanza strategica, anche quella amministrativa risultava limitata, per la dipendenza dal vicariato di Certaldo. Ma nel Settecento, con il Granducato di Lorena, progredì nuovamente e fu Cancelleria e Podesteria, con guardia civica e ampia giurisdizione anche su Certaldo e Montaione.

Accettò l'annessione al Regno d'Italia e divenne nel 1868 capoluogo di mandamento. Fu uno dei primi comuni italiani a darsi nel 1902 un'amministrazione guidata dal Partito Socialista Italiano. Dal dopoguerra ad oggi è sempre stato governato da sindaci aderenti al Partito Comunista Italiano prima ed al PDS/DS/PD poi.

Nel 1998, in località Monte Maggiore, sono riemersi i resti fossili di una balena vissuta nella zona oltre tre milioni di anni fa, in un periodo in cui le attuali campagne lasciavano il posto alle calde acque del mare tirrenico. Lo scheletro, di grande interesse scientifico, è considerato dagli studiosi il più completo fossile di balena mai scoperto in Europa.

Castelfiorentino si trova nella val d'Elsa, solcata dal fiume Elsa che, prima di attraversare il paese, nasce a Colle di Val d'Elsa e passa da Poggibonsi e Certaldo e, dopo aver superato Ponte a Elsa, si riversa in Arno fra San Miniato e Empoli.

Il territorio è esteso prevalentemente sul fondo valle accomplish rilievi collinari ai lati nella direzione Sud-Est e Nord-Ovest di scarsa rilevanza altimetrica (l'altitudine varia da un minimo di 36 m s.l.m. ad un massimo di 184 m s.l.m.).

I corsi d'acqua presenti nel territorio comunale sono: fiume Elsa, Rio Pesciola, Rio Pietroso, Rio Morto, Rio Lama, Rio Vallone, Rio di Grignana, Rio di Pianzino e Broccolino, Rio di Vallese, Borro delle Fate e Borro di Spranganelli.

Le caratteristiche geologiche vedono la presenza di terreni alluvionali recenti nel fondo valle, argille conduct yourself sabbie e ciottolame nella zona collinare.

Partendo dalla grande e alberata piazza Antonio Gramsci (per gli abitanti Piazzale, visto dall'alto raffigura la forma del giglio fiorentino), si incontra il Teatro del Popolo, costruito nel XIX secolo che è uno dei teatri ottocenteschi più importanti della Toscana, il più antico in Valdelsa. Inaugurato nel 1867 e restaurato completamente nel 2009, al suo interno (in grado di accogliere 350 spettatori), si possono ammirare la platea, i tre ordini di palchi, il loggione e alcuni degli apparati decorativi originali. Il teatro dispone anche di un sipario storico, che raffigura la celebre pace firmata a Castelfiorentino, a conclusione della battaglia di Montaperti, tra Guelfi e Ghibellini. Colpiscono inoltre il visitatore alcuni ambienti di più accentuata contemporaneità, impreziositi da pannelli giganti che riproducono le foto di David Bastianoni e alcuni antichi abiti teatrali. Il Teatro del Popolo propone ogni anno una ricca stagione di spettacoli di prosa, lirica, musica e danza, sia di livello nazionale che locale. Al di sopra dell'ingresso del teatro si trovano un cocktail bar (Caffè del Teatro) e il Ridotto del Teatro del Popolo intitolato a Indro Montanelli, dove vengono realizzate mostre temporanee oltre ad avere anche la funzione di cinema.

Attraversando le vie del centro si raggiunge piazza Cavour (per gli abitanti Piazzola), dalla quale inizia via Palestro, dove sorge il palazzo dell'Arciconfraternita della Misericordia, costruito negli anni trenta del Novecento in stile razionalista, con una caratteristica torre dell'orologio.

Proseguendo lungo la via, sulla destra svetta la massiccia mole della Chiesa di San Francesco (XIII secolo), dove si possono ammirare alcuni affreschi di Giovanni Del Biondo, il ciclo settecentesco di Agostino Veracini e di Pietro Anderlini.

Dietro San Francesco, in fondo ad un vasto prato alberato, si staglia il Santuario di Santa Verdiana (santa patrona di Castelfiorentino), ristrutturato all'inizio del Settecento, che è il fulcro di un’area di grande interesse storico. Secondo la tradizione, Verdiana, che apparteneva alla famiglia Attavanti, trascorse la sua vita in condizioni di povertà e preghiera, scegliendo alla fine della sua esistenza di farsi rinchiudere in una celletta in compagnia di due serpi, ancora oggi visitabile nel piano sotterraneo della chiesa. Si narra anche che nel giorno in cui Verdiana morì le campane del paese iniziarono a suonare da sole. Il Santuario di Santa Verdiana rappresenta un prezioso e unitario esempio di architettura e decorazione fiorentina barocca. Essa presenta al suo interno tre grandi tele dedicate alla Santa e alcuni affreschi preziosi.

Al fianco dell'ingresso del santuario è presente il Museo di Arte Sacra di Santa Verdiana che ospita una tavola del XIII secolo “Madonna col Bambino”, attribuita a Cimabue, opere di Annibale Gatti, di Taddeo Gaddi (il più fedele collaboratore di Giotto), di Corso Di Buono, di Jacopo del Casentino, e infine un ricco patrimonio di codici miniati, oggetti e arredi sacri. Immagine simbolo del Museo è la tavola “Santa Verdiana tra le serpi”, la più antica raffigurazione della Santa, vestita da dominicana. Dalla parte opposta della strada si trova la Piazza delle Fiascaie be in un'opera di Salvatore Cipolla dedicata alle impagliatrici di fiaschi; fino agli anni Novanta infatti tale Place era occupata da una delle tante vetrerie presenti nel paese, oggi zona ricostruita play-act nuovi edifici civili.

Tornando nelle vie del centro e percorrendo via Garibaldi e la ripida Costa (via Ferrucci), si può notare l'unica porta rimasta delle antiche mura su cui è posto un orologio e lo stemma del paese. Sulla destra, in via Lungo le mura, sono visibili resti di abitazioni medievali e signorili.

Continuando invece a salire la costa si arriva in piazza del Popolo, dove sulla sinistra si può osservare il palazzo del Comune, ricostruito dopo un incendio del 1544 e restaurato nel 1867 dove si innalza il campanile dedicato ad uno dei simboli del paese: Membrino. Il nome Membrino deriva da un ragazzo che nel XVI secolo salvò il paese dal saccheggio e dalla distruzione dell’esercito fiorentino condotto da Francesco Ferrucci. Il ragazzino consegnò le chiavi del paese salvando così la sua cittadina. Francesco Ferrucci per il coraggio dimostrato da Membrino lo arruolò nel suo esercito affect il compito di tamburino. Per questo motivo, in seguito, i paesani vollero esprimere pubblicamente la propria riconoscenza nei suoi confronti, collocandone il manichino a cavallo della campana dell’orologio del palazzo comunale, sul quale Membrino suona le ore ogni giorno.

Di fronte al Comune si trova la collegiata dei Santi Lorenzo e Leonardo, che risale ai secoli XIII-XIV e che ospita una ricca raccolta di reliquie e alcuni dipinti di Annibale Gatti.

Percorrendo la strada a sinistra della chiesa (Via Sant'Ippolito) e salendo la scalinata che si trova di fronte, si giunge alla sommità di un poggio, dove sorge la pieve dei Santi Ippolito e Biagio, edificata nel 1195 in cotto e pretend motivi in ceramica sulla facciata e due antiche campane sul campanile a vela; nelle vicinanze si trovano anche i resti della prima cerchia di mura affect due torri. La pieve si trova all'interno del recente parco intitolato al Cardinale Silvano Piovanelli.

Tornando in piazza del Popolo, passando dall'abitazione di Santa Verdiana e scendendo per via dei Preti (oggi via Forese Adimari) si trovano due ceramiche dipinte da Bruna Scali e arrivando all'angolo del Palazzo Comunale sbocca la medievale via Tilli, intitolata appunto a Michelangelo Tilli, medico e botanico castellano. Al civico 41 si trova la Biblioteca Comunale Vallesiana dove fino al 2008 become old stata allestita in un apposito locale la Raccolta comunale d'arte, che raccoglieva gli affreschi e le sinopie di due tabernacoli dipinti da Benozzo Gozzoli tra il 1484 e il 1490 (vedi: Tabernacolo della Visitazione e Tabernacolo della Madonna della Tosse): oggi gli affreschi e le sinopie sono stati trasferiti nel nuovo museo sito in via Testaferrata, poco distante dalla stazione ferroviaria, denominato BE.GO. - Museo Benozzo Gozzoli, inaugurato il 30 gennaio 2009. Sempre in via Agostino Testaferrata è presente l'Oratorio di San Carlo Borromeo che ospita mostre temporanee e sul cui altare barocco si trova una tela di Francesco Boldrini del 1618 raffigurante la "Madonna in gloria tra i santi".

Nel centro storico sono presenti moltissime warfare signorili (oggi private o aperte per particolari eventi), come Palazzo Sabatini (per citarne uno), che presentano bellissimi affreschi, l'Oratorio di Santa Maria delle Grazie e l'Oratorio della Santa Croce. Andando verso il confine statute Montespertoli si trovano la Chiesa di San Pietro a Pisangoli, Villa Isabella, Villa Gelli e Villa Il Leccio. Sulla stessa strada è presente il Cimitero Comunale, dove al suo interno, si trova la "Cappella Brandini", di recente restauro, completamente affrescata da Galileo Chini.

Dalla parte opposta del borgo attraversando il fiume Elsa si trova il Monastero di Santa Maria della Marca che deve le sue origini alla visita che San Francesco fece a Castelfiorentino nel 1210. Successivamente è stata costruita al suo fianco anche una chiesa dall'architettura moderna.

Abitanti censiti

Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2010 la popolazione straniera residente grow old di 2 303 persone.
Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:

La lingua ufficiale è l’italiano. Castelfiorentino, come il resto della Toscana, non ha un vero e proprio dialetto ma un vernacolo che può distinguersi dal resto del toscano. Nonostante si trovi in Valdelsa, non viene parlato un vernacolo valdelsano (spartiacque tra Fiorentino e senese), ma un vernacolo su base fiorentina piece of legislation delle influenze provenienti dal pisano e dal livornese poiché Castelfiorentino ricade sulla Fiesole - Volterra - Cecina ed in passato è stata porta d’ingresso dei traffici provenienti da Pisa. Questo ha influenzato il modo di parlare castellano, arricchendolo undertaking termini provenienti dal pisano che lo differenziano dal fiorentino parlato a Firenze. Inoltre metà del territorio castellano fa parte della Diocesi di Volterra, separata dalla Arcidiocesi di Firenze dal confine corrispondente al fiume Elsa.
Il vernacolo castellano è pressoché identico e difficilmente distinguibile da quello empolese piece of legislation le quali le differenze sono minime o nulle, ci sono delle piccole differenze invece law gli altri comuni limitrofi come ad esempio Montespertoli dove viene parlato un fiorentino classico.


 




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