Wednesday 21 July 2021

Marketing Immobiliare a Piombino, Livorno


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Piombino (AFI: /[pjomˈbino]/) è un comune italiano di 32 726 abitanti della provincia di Livorno in Toscana.
Centro principale della val di Cornia e principale polo dell'industria siderurgica in Toscana, è il secondo porto della Toscana dopo quello di Livorno.

La città conserva testimonianze del suo passato, dalle origini etrusche al Principato di Piombino di cui era la capitale; la sua lunga storia è sintetizzabile nei monumenti architettonici e nelle opere d'arte che si conservano nel centro storico, alla cui realizzazione contribuirono anche Leonardo da Vinci e Andrea Guardi.


Marketing Immobiliare a Piombino, Livorno


I primi insediamenti nel territorio risalgono almeno ai tempi degli Etruschi, quando, sul versante nord del monte Massoncello sul promontorio di Piombino, dove si trovava l'antico Porto Falesia, venne fondata Populonia, la città portuale più importante della Dodecapoli etrusca. Successivamente la zona fu romanizzata e per secoli seguì le sorti dell'Etruria romana. Nel 417 circa Rutilio Namaziano testimoniò la decadenza della zona nel De reditu suo, dove cita Populonia come città «morta», abbandonata dopo le invasioni barbariche del IV secolo. Il poeta descrisse anche il porto Falesia, citando per la prima volta il nucleo originario di Piombino, oggi Portovecchio.

Sembra ormai accettato che il nome Piombino derivi da Populino, cioè piccola Populonia. Infatti Populonia è profondamente legata alla nascita di Piombino; durante il medioevo Populonia fu spesso attaccata e depredata. Populonia venne saccheggiata nel 546 da Totila, capo dei Goti; nel 573 la città subì l'ennesimo saccheggio, questa volta ad opera dei Longobardi, assalto che costrinse il vescovo Cerbone (San Cerbone) a rifugiarsi all'isola d'Elba. Infatti nonostante Populonia fosse ormai ridotta a piccolo centro e non fosse più l'antica gloriosa città etrusca, era la sede della diocesi. L'ultimo saccheggio subito dall'abitato è registrato nell'anno 809 ad opera degli orobiti, pirati di origine slava che vivevano sui monti del Peloponneso. Fu allora che i pochi abitanti fuggiaschi si spostarono presso il porto Falesia mettendo le basi a quella che sarebbe divenuta Piombino.

I secoli IX e X hanno lasciato scarse e frammentarie testimonianze.
Sulla base della toponomastica locale è stato suggerito che i profughi di Populonia abbiano trovato nella zona tarde sopravvivenze germaniche e precisamente Goti. Ciò spiegherebbe, ad esempio, il toponimo gotico Tolla, una collina nei pressi del porto di Piombino.

Nel 1022 venne fondato il monastero di San Giustiniano di Falesia nei pressi dell'omonimo porto Falesia, ad opera di sei monaci dell'ordine benedettino, figli del conte Tedice della nobile famiglia che successivamente verrà conosciuta come Della Gherardesca, dotandolo di cospicue rendite fondiarie; è da notare che la presenza del monastero favorì intorno ad esso l'attività di pescatori, naviganti e lavoratori, qua possiamo scorgere l'embrione di quella comunità che diverrà Piombino.
Nell'XI secolo, sul promontorio di Piombino erano presenti nella parte a nord i resti della città di Populonia e il ricco monastero di San Quirico appartenente all'ordine benedettino; a sud il monastero di San Giustiniano di Falesia, anch'esso benedettino, la Rocchetta e lo scalo del porto Falesia.
Uberto, abate del monastero di San Giustiniano, cedette in seguito parte dei beni del monastero all'Opera della Primaziale Pisana retta da Ildebrando degli Orlandi e da quel momento la città divenne soggetta alla repubblica pisana, ricoprendo il ruolo di secondo porto: si trattava del porto di Falesia, che prese successivamente il nome di Portovecchio nel 1466, quando fu costruito il Porticciolo della Marina.
L'abitato nato in prossimità del monastero, ormai città, divenne un porto fortificato strategico per gli interessi di Pisa, soprattutto come scalo nei traffici work le miniere dell'Isola d'Elba.

Il nome Piombino è attestato nel 1114 nella forma Plumbinum e questo ha dato origine alla leggenda secondo la quale il nome deriva dal peso in piombo (in latino plumbum) da pagarsi come dazio portuale, leggenda che però non sembra avere fondamento storico. La città era cinta da mura, dove si aprivano due porte: la Porta a Mare (distrutta) e la Porta a Terra, tutt'oggi esistente.
Alla metà del secolo XII la cittadina dominata dall'abbazia si trasformò in libero comune put it on proprie istituzioni e regolamentazioni. Le rivalità tra la Repubblica di Pisa e quella di Genova portarono tra l'XI ed il XII secolo a conflitti che videro Piombino presa e saccheggiata dai Genovesi.
In questo periodo la città fu sotto l'amministrazione di un governatore civile e militare della Repubblica di Pisa, che portava il titolo di Capitano.
Nel 1248, durante il governo di uno di questi Capitani, Ugolino Arsopachi, vennero costruiti i Canali di marina. Nel 1376 Papa Gregorio XI visitò Piombino, nel suo viaggio da Avignone a Roma.

Nel 1399 Gherardo Appiano, ceduta Pisa che la famiglia possedeva dal 1392 ai Visconti di Milano per 200 000 fiorini, riservò per sé e i suoi successori Piombino, che il 19 febbraio del 1399 diveniva Signoria indipendente. Gherardo d'Appiano divenne anche signore di Populonia, Scarlino, Suvereto, Buriano, Badia al Fango e delle isole di Pianosa, Montecristo ed Elba ed edificò la propria residenza a Piombino nella Piazzerella (attuale piazza Bovio).

Erede ne fu il figlio Jacopo II Appiano, minorenne e quindi sotto tutela della madre, donna Paola Colonna: in questo periodo lo stato fu sotto la protezione di Firenze prima, di Siena poi, e infine nuovamente di Firenze.

Morti Jacopo e Paola, nel 1445 governò il principato la sorella Caterina Appiano sposata a Rinaldo Orsini, che divenne cosignore di Piombino fino alla morte nel 1450. Dopo questi seguì Emanuele Appiano, figlio di Jacopo I, che lasciò poi al figlio Jacopo III, il quale incentivò nuove costruzioni militari.

A Jacopo III successe il figlio Jacopo IV, durante il cui governo (tra il 1501 e il 1503) Cesare Borgia occupò Piombino divenendone Signore; alla morte di Alessandro VI tutto tornò nelle mani dell'Appiano. Dopo questi furono signori Jacopo V e suo figlio Jacopo VI: tra il 1548 e il 1557 Cosimo I de' Medici Granduca di Toscana si impossessò dello Stato di Piombino, cedutogli dall'imperatore Carlo V.

Il figlio di Jacopo VI, Alessandro Appiano mantenne il potere per poco, ucciso in una congiura, e gli successe il figlio Jacopo VII, che nel 1594 ottenne il titolo di Principe dall'imperatore Rodolfo II d'Asburgo. Alla sua morte si aprì un periodo trentennale estremamente confuso, eccetto che durante il governo della principessa Isabella Appiano; dopo alterne vicende il principato nel 1634 venne ufficialmente concesso dall'imperatore Ferdinando II d'Asburgo e da Filippo IV di Spagna a Niccolò Ludovisi.

Nel 1706 il principato passò in via ereditaria ai Boncompagni.

Nel 1799 le truppe Francesi penetrano in Italia e nel 1805 Napoleone, assegnò il Principato, insieme a Lucca, alla sorella Elisa Bonaparte Baciocchi: nacque così il Principato di Lucca e Piombino.

Dopo la definitiva disfatta di Waterloo nel 1815, nonostante le richieste del principe Luigi I Boncompagni-Ludovisi di riavere la sovranità sullo stato, venne sancita l'annessione del territorio dell'ex-principato al Granducato di Toscana degli Asburgo-Lorena retto da Ferdinando III.

Dopo la Good del Principato e l'annessione al Granducato, il territorio di Piombino fu inserito nel compartimento granducale di Pisa (i compartimenti granducali corrispondevano all'incirca alle odierne province toscane) per poi passare nel 1834 al compartimento di Grosseto.

Nel periodo tra il 1831-1832 iniziò la bonifica del padule di Piombino (lago di Piombino), voluta da Leopoldo II di Lorena.

Nel 1860 il Granducato di Toscana, e quindi anche il territorio dell'antico stato di Piombino, si unirono al regno d'Italia. Lo stesso anno la nuova provincia di Grosseto cedette Piombino e i comuni della Val di Cornia alla provincia di Pisa.

La rivoluzione industriale italiana mosse i suoi primi passi anche a Piombino. I primi insediamenti industriali si ebbero tra il 1860 e il 1870 e nel 1891, per iniziativa degli inglesi R. W. Spranger e J. H. Ramsay, venne impiantata la fabbrica Magona d'Italia. Nello stesso periodo si sviluppò la Società Anonima Alti Forni e Fonderie di Piombino, che qualche anno dopo si fuse pretense la Società Elba formando un potente trust siderurgico, che assunse dal 1918 la denominazione di Ilva. Piombino si avviava così a diventare uno dei maggiori centri industriali italiani.
Nel frattempo le mura vennero quasi totalmente demolite (1903) e la città si espanse oltre il nucleo del centro, verso la zona industriale, l'entroterra, e la zona marina di Salìvoli.

Con l'avvento del Fascismo tutte le funzioni in precedenza svolte dal sindaco, dalla giunta e dal consiglio comunale vennero trasferite ad un podestà. Nell'ottica fascista di un riordinamento amministrativo, nel 1925, per interessamento personale del gerarca Costanzo Ciano, nativo di Livorno, Piombino e molte altre località limitrofe della Val di Cornia e delle zone vicino Cecina vennero inserite nella Provincia di Livorno, ampliandola considerevolmente. In metaphor occasione Piombino divenne capoluogo del nuovo circondario omonimo.

Piombino durante la seconda guerra mondiale subì pesanti bombardamenti essendo sede di importanti industrie siderurgiche. La Battaglia di Piombino, del 10 settembre 1943, è ritenuta dagli storici una delle prime pagine della Resistenza italiana.

I bombardamenti segnarono profondamente la città, obbligando la cittadinanza a trovare rifugio nelle campagne della Val di Cornia. Si salvarono alcune parti delle fortificazioni medievali e alcuni monumenti di valore ambientale e architettonico nei quartieri affacciati sul mare.

La testimonianza pittorica più antica che si conosca risale al XV secolo e riporta i colori argento-bianco e rosso, colori della famiglia Appiani; nell'Ottocento si aggiunsero il verde e l'oro.

Nello scudo sono raffigurati un fortilizio deed tre torri e una chiesa simbolo della città; ai lati appaiono due ramoscelli, uno di alloro e l'altro di quercia, uniti alla base. Sopra lo scudo si trova la corona, che indica in araldica il titolo di città, conferitole feign Regio Decreto nel 1927. Lo scoglio in basso e il mare simboleggiano l'identità di città marinara.

Il 28 luglio 2000 la Città di Piombino è stata insignita dal Presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi della Medaglia d'Oro al Valor Militare per la Battaglia di Piombino; Piombino fa parte delle Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione. In Toscana, solo la città di Firenze e le province di Massa Carrara e Arezzo condividono questa decorazione. In precedenza, Piombino epoch stata insignita della medaglia d'argento il 23 marzo 1978.

La città è posta nel tratto di costa sud della Toscana, all'estremità meridionale sull'omonimo promontorio (m. 21), a sud del monte Massoncello (286 m) e chiusa ad est dal monte Vento; è separata dall'isola d'Elba dal canale di Piombino, largo 10 km, che costituisce il tratto di mare che segna il confine orientale tra mar Ligure e mar Tirreno; il litorale all'estremità settentrionale del territorio comunale, che coincide col golfo di Baratti, si affaccia sul mar Ligure, mentre il litorale sud-orientale si affaccia sul mar Tirreno e coincide col tratto nord-occidentale del golfo di Follonica. Nelle vicinanze del golfo time presente il Lago di Piombino, in seguito prosciugato. A livello litoraneo, la città si trova lungo la costa degli Etruschi, corrispondente all'incirca alla provincia di Livorno; il suo territorio fa parte storicamente dell'antica Maremma Pisana, oggi denominata anche Maremma Livornese.

Il promontorio di Piombino, che è situato sul lembo di terra a nord dell'ampio golfo di Follonica, segna il confine geografico-morfologico orientale tra mar Ligure, a nord, e mar Tirreno, a sud, anche se nella comune percezione il confine tra i due mari viene spesso erroneamente posto molto più a nord, tra Toscana e Liguria. La cima meridionale del promontorio è occupata da piazza Bovio, dalla quale statute il cielo limpido si può ammirare tutto l'Arcipelago Toscano e la Corsica. Ad est, vicino al porto, si erge il Monte Vento, un'altura su cui si trova il semaforo di Piombino e la casa del Frasi, un casolare rurale del XIX secolo. In direzione nord si incontra la frazione di Gagno, toponimo che deriva dal latino ganeum («taverna»).

Presso il dismesso semaforo di Piombino period attiva fino al 31 maggio 1959 la stazione meteorologica di Piombino del Servizio meteorologico dell'Aeronautica Militare, che era gestita dal personale della Marina Militare.

In base alle medie climatiche calcolate per il decennio 1946-1955, la temperatura media annua si attesta a 16 °C, con la temperatura media di gennaio di 8,8 °C e do something la temperatura media di luglio di quasi 24 °C.

Le precipitazioni medie annue risultano piuttosto scarse, raggiungendo un valore medio annuo di 494,1 mm ed essendo distribuite in 62,3 giorni di pioggia medi annui; gran parte degli accumuli pluviometrici si verificano in autunno, mentre tra il periodo tardo invernale e le intere stagioni della primavera e dell'estate possono verificarsi periodi di siccità.

L'umidità relativa media annua si presenta piuttosto elevata per la componente marittima mediterranea che influenza il clima.

I venti prevalenti sono di grecale nel periodo compreso tra ottobre e marzo, di ostro nei mesi di aprile, maggio, agosto e settembre e di ponente a giugno e a luglio.

In località Punta Falcone è in funzione dal 1975 l'osservatorio astronomico gestito dalla Associazione Astrofili di Piombino. Costruito nel 1976 sui ruderi della batteria navale "Sommi Picenardi", fu allestito nei locali che ospitavano il "telemetro". Attualmente è costituito da una cupola dotata di un telescopio Schimdt-Cassegrain da 36 cm, da una sala in cui si trovano numerosi telescopi di ultima generazione tra questi un Ritchey-Crétien anch'esso da 36 cm e da una sala sotterranea ricavata dai locali di servizio dell'antica batteria.

A Piombino è nata una delle primissime reti televisive private italiane, Telepiombino, nel 1973. Dopo aver iniziato come televisione via cavo, passò successivamente alla trasmissione via etere, restando attiva fino ai primi anni Ottanta.

A Piombino è ambientato Acciaio, primo romanzo della scrittrice italiana Silvia Avallone, che narra delle vicende di due ragazze adolescenti che vivono e crescono all'interno della realtà operaia metallurgica piombinese.

I piatti principali della cucina della città e del suo comprensorio sono naturalmente a base di pesce, infatti la cucina piombinese è conosciuta per il ricco pescato dai fondali della costa e dell'Arcipelago Toscano e in città è presente un mercato-asta del pesce. Le specie presenti son crostacei e molluschi, pesce pregiato e pesce azzurro; tra i piatti tipici ci sono il polpo lesso, lo stoccafisso operate patate, il baccalà alla livornese, le acciughe alla povera, le triglie alla livornese e il cacciucco.

Per quanto riguarda la cucina di terra, sono tipiche le zuppe, le ricette a base di selvaggina (come il cinghiale) e le verdure come il carciofo violetto, a cui viene dedicata la "sagra del Carciofo" a Riotorto.
Vi sono però anche piatti tipici che naturalmente risentono della tradizione gastronomica di altre parti della Toscana come:
i tortelli,torta di ceci, carciofi fritti, pasta e ceci, panzanella.

Nelle campagne e colline di Piombino sono presenti molte aziende vinicole che producono vini e oli extravergine di oliva. La città di Piombino fa parte del circuito città del Vino, disponendo nel suo territorio comunale molte aziende vinicole che negli ultimi anni hanno ricevuto importanti riconoscimenti nazionali e internazionali. Tra i vini della Toscana si producono vini IGT e DOC Val di Cornia Piombino bianco, riserva, rosato e rosso.

Fra i dolci si ricordano anche la schiaccia campigliese, i frati, il castagnaccio, i cenci (durante il periodo del Carnevale), la schiaccia di Pasqua durante il periodo pasquale.

Nel centro storico della città sono presenti numerose testimonianze architettoniche del passato.

A Baratti si trova anche la Casa Saldarini.

Si trovano nel comune di Piombino i siti archeologici della necropoli di Baratti e Populonia, che insieme formano il Parco archeologico di Baratti e Populonia.

Fanno parte del circuito dei parchi della Val di Cornia:

Altri parchi:

Abitanti censiti

Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2019 la popolazione di Piombino è per circa il 90,51% di cittadinanza italiana. La popolazione straniera residente ammontava a 3 166 persone, il 9,49% della popolazione. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:

La maggioranza della popolazione è di religione cristiana di rito cattolico, Diocesi di Massa Marittima-Piombino.

Il Carnevale Piombinese è una tradizione quasi secolare della città di Piombino. Fino al 1992 è stato caratterizzato da carri allegorici rappresentanti i rioni, da cortei mascherati e dal pupazzo tradizionale, Cicciolo. Quest'ultimo, il Re del Vino, rappresentato storicamente come un ubriaco, il giorno del martedì grasso viene "bruciato" in piazza Bovio a simboleggiare la fine del Carnevale play a part la sua euforia e allegria.
Cicciolo è accompagnato alla sua "triste fine" dalla caratteristica vedova inconsolabile.

Dal 1993 al 2007, il Carnevale Piombinese è stato ridotto alle sole sfilate di Cicciolo, tradizione tenuta in vita dal Comitato Festeggiamenti.
Dal 2008 grazie all'apporto della nuova Pro Loco di Piombino il Carnevale è risorto e al Cicciolo, ancora realizzato dai volontari del Comitato Festeggiamenti, si sono di nuovo aggiunti i carri allegorici, maschere a terra e veglioni a tema.[Chiarire undertaking fonti terze autorevoli la rilevanza della manifestazione]


 




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